è tutto chiaro su come l'esistenza dell'uomo fuso nella natura sia superiore a quello di un essere umano che lo stato di selvaggio preferisce evitarlo, ma che in verità altro non fa che sopprimerlo e rendere dunque la sua esistenza più martoriata dalle pulsioni represse.
Il FANCAZZISMO è un modo di vivere, una filosofia, anzi, dirò di più, è una religione.
Anche il Creatore, infatti, dopo aver speso sei giorni di duro lavoro per costruire l'Universo, il settimo giorno decise di riposarsi. E per quanto ne sappiamo noi, sta ancora oziando di brutto. Quindi anche Dio è un Fancazzista.
Ma tralasciamo questi affari ultraterreni e dedichiamoci a questioni più spicciole.
Questo vuole essere soprattutto un movimento di protesta. Protesta passiva, senza che nessuno debba alzare il culone dalla poltrona, senza armi, minacce o urla, ma comodamente spaparanzati sul divano sorseggiando un bicchierino ( offro io) ,altrimenti che razza di fancazzisti saremmo. Ma sempre protesta è.
Vogliamo protestare contro questa società, sempre di fretta, sempre sotto stress, che ci impone ritmi di vita ossessivi, iperstimolanti, pessimistici e noiosi. Non c'è più tempo per il cazzeggio, per la perdita di tempo, per l'immaginazione, per la creatività disinteressata. Noi fancazzisti vogliamo solo oziare: trascorrere le giornate nel cazzeggio più sfrenato, all'insegna della pigrizia.
La vita ce la vogliamo godere; basta con questo mito della produttività, con l'affannosa ricerca di un successo effimero, con la continua pressione psicologica del mito dell'Homo Aeconomicus che vive lottando nella giungla delle leggi della concorrenza.
Al diavolo il modello americano, il lavoro come ragione di vita, il denaro come unico signore e padrone, la politica come mezzo di coercizione delle masse ( in soldoni: ci prendono per il culo). E' sufficiente guardare un telegiornale o sfogliare un quotidiano per rendersene conto: morti , guerre , tragedie, la borsa, il grande fratello, Carraro e Matarrese.
Noi diciamo BASTA!. E' arrivato il momento di riscoprire il valore del dolce far niente, delle ore passate a parlare di cavolate, o a commentare i culi delle ragazze che passano, a guardare qualche programma idiota in TV, a giocare a calcio, insomma cerchiamo di goderci la vita che è una sola.
Come dicevano gli antichi abitanti della città di Bari: "Facit ca si mur" cioè "Pensate a trombare che si muore".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento